Este no es un adiós. Ciao Zio!
Qué mal día llevo. En contra de lo que se lleva en las RRSS, donde hay felicidad perpetua, no me avergüenza decir que hoy estoy fatal. Se están marchando los mayores, aquellos que con sus sacrificios, trabajo y amor nos han dejado un legado invaluable de valores y ejemplo.
Hoy se ha marchado mi segundo Padre, mi tío favorito, una columna vertebral y un pilar de referencia en mi vida.
Querido tío, tengo tantos recuerdos a tu lado, desde bien pequeña, cuando cantaba y bailaba para ti y la tía Lucietta, subida a la mesa del salón, hasta nuestro entrañable abrazo de hace pocos meses.
Yo también sé que fui tu sobrina favorita. Siempre te he hecho mucha gracia.
Te derretías con mis ocurrencias y reías con mi sentido del humor y descaro, te divertías con mi coquetería, mi lado femenino tan pronunciado desde la primera infancia.
Tú me regalaste mi primer brillo de labios, lo recuerdo como si fuera hoy, siempre consintiéndome con esos pequeños caprichos que adorabas darme.
Nunca has dejado de ser mi tío favorito, incluso con la distancia y transcurridos tantos años. Sé que nunca dejé de ser a tus ojos esa niña alegre que te conquistaba con sus bromas y abrazos.
Estarás ya allá en el cielo con tu compañera de vida, con mi Padre, tu mejor amigo, con la tía Sarina, los nonni… todos los miembros imprescindibles de nuestro núcleo familiar. Supongo que ahora volvéis a reuniros, como tantas veces lo hicisteis en vida, en excursiones, partidas de cartas o Navidades en familia.
Me siento muy triste por tu partida, pero muy feliz porque volvéis a estar juntos.
Gracias a ti y a todos, mis hermanos, mis primos y yo hemos tenido una infancia maravillosa y envidiable. Hemos crecido bajo un amor colectivo, con la seguridad de tener siempre cerca a unos “padres intercambiables,” un núcleo sólido que nos cobijaba a todos.
Hoy las lágrimas no cesan, porque me empieza a faltar demasiada gente querida; pero quiero recordarte como cuando me cogías en los brazos y te cantaba “Salvatore, Salvatore…” Fuiste “mi novio” de la infancia jajja. Siempre te he adorado.
También quiero recordarte en el baile de mi boda y, finalmente, en la inmensa ternura que me transmitiste en nuestro último encuentro hace pocos meses, cuando ya sabía que sería la última vez que estaría contigo.
En la vida, hay que despedirse, siempre lo digo. Es importante decir a quienes amamos cuánto significan para nosotros. Espero habértelo transmitido, porque tú, junto a las figuras más importantes de mi vida, has ayudado a forjar a la mujer que hoy soy y, nunca podré estarte más agradecida.
Gracias por tanto, tío. Cuídanos a todos aquí abajo, abraza a todos allá arriba, os extrañamos mucho.
Este no es un adiós.
Te quiero “a to smurfiusa.”
…
Che giornata difficile. Al contrario di quanto si vede sui social, dove regna una felicità perenne, non mi vergogno a dire che oggi sto malissimo. Stanno andando via i nostri anziani, quelli che con i loro sacrifici, il lavoro e l’amore ci hanno lasciato un’eredità inestimabile di valori ed esempi.
Oggi se n’è andato il mio secondo papà, il mio zietto preferito, una colonna portante e un punto di riferimento fondamentale nella mia vita.
Caro zio, ho tantissimi ricordi insieme a te; sin da quando ero piccola, quando cantavo e ballavo per te e per la zia Lucietta, sopra il tavolo del salotto, fino al nostro abbraccio tenerissimo ultimo abbraccio di qualche mese fa.
So anche io di essere stata la tua nipotina preferita. Ti facevo sempre ridere.
Ti scioglievi davanti alle mie battute e ridevi con il mio senso dell’umorismo e la mia sfrontatezza, ti divertivi con la mia civetteria, con quel lato femminile così accentuato fin dalla mia prima infanzia.
Sei stato tu a regalarmi il mio primo lucidalabbra, lo ricordo come se fosse oggi, sempre pronto a viziarmi con quei piccoli capricci che adoravi concedermi.
Non hai mai smesso di essere il mio preferito, nemmeno con la distanza e il trascorrere degli anni. So che non ho mai smesso, ai tuoi occhi, di essere quella bambina allegra che ti conquistava con le sue battute e i suoi abbracci.
Ora, immagino sarai già lassù in cielo con la tua compagna di vita, con mio padre – il tuo migliore amico-, con la zia Sarina, i nonni… con tutti i membri insostituibili del nostro nucleo familiare.
Spero che siate di nuovo insieme, come tante volte lo siete stati nella vita, in gite, partite a carte o Natali in famiglia.
Mi sento molto triste per la tua partenza, ma anche molto felice, perché ora vi siete ritrovati.
Grazie a te e a tutti, io, i miei fratelli e i miei cugini abbiamo avuto un’infanzia meravigliosa e invidiabile. Siamo cresciuti sotto l’ala di un amore collettivo, con la certezza di avere sempre accanto dei “genitori intercambiabili,” un nucleo solido che ci proteggeva tutti.
Oggi le lacrime non si fermano, perché mi mancano già troppe persone care; ma voglio ricordarti come quando mi prendevi in braccio e ti cantavo “Salvatore, Salvatore…”
Sei stato “il mio fidanzato” dell’infanzia, ahah. Ti ho sempre adorato.
Voglio ricordarti anche nel ballo al mio matrimonio e, infine, nella tenerezza immensa che mi hai trasmesso nel nostro ultimo incontro pochi mesi fa, quando sapevo già che sarebbe stata l’ultima volta che ti avrei visto.
Nella vita bisogna dirsi addio, lo dico sempre. È importante dire alle persone che amiamo quanto siano importanti per noi. Spero di avertelo trasmesso, perché tu, insieme alle figure più importanti della mia vita, hai contribuito a forgiare la donna che sono oggi, e non potrò mai esserti più grata.
Grazie di tutto, zio. Prenditi cura di tutti noi qui giù, abbraccia tutti lassù, ci mancate tanto.
Questo non è un addio.
Ti voglio bene, “a to smurfiusa.”